
Papa Ratzinger nell’omelia della messa celebrata questa mattina in San Pietro e poi all’Angelus, ha ripreso il tema della Giornata mondiale della pace, affermando che non bisogna cedere allo sconforto e alla rassegnazione, neanche di fronte alle “minacciose tensioni del momento, di fronte specialmente alle discriminazioni, ai soprusi e alle intolleranze religiose, che oggi colpiscono in modo particolare i cristiani, ancora una volta”.
Natale era stato insanguinato dalle vittime cristiane nelle Filippine e in Nigeria. Il Capodanno è stato insanguinato dal sangue dei cristiani in Egitto. Benedetto XVI ha invitato i responsabili delle nazioni ad affrontare il “difficile compito” per il quale “non bastano le parole, occorre l’impegno concreto e costante”, di difendere le comunità cristiane. “La libertà religiosa”, ha aggiunto, “è elemento imprescindibile dello stato di diritto”, ma oggi è attentata da ”due estremi entrambi negativi”, il ”laicismo” e il ”fondamentalismo”.
Nel 2011 ricorrono i 25 anni dalla convocazione ad Assisi dei leader delle religioni del mondo per pregare per la pace, voluta da Giovanni Paolo II. Negli anni successivi vi furono contestazioni a causa di alcune sbavature, esagerazioni, abusi – non dipendenti dalla volontà del Pontefice bensì dalla leggerezza degli organizzatori – con luoghi di culto cattolico messi a disposizione per riti tribali.
Assisi 1986 divenne così uno dei cavalli di battaglia della Fraternità San Pio , allora ancora guidata da mons. Lefebvre, contro Papa Wojtyla, perché quella riunione venne considerata un esempio di sincretismo. Nelle successive convocazioni (quella più ridotta del 1993 motivata dalla guerra nella ex Jugoslavia, alla quale parteciparono i rappresentanti cristiani e musulmani; quella più ampia del gennaio 2002, pochi mesi dopo l’attentato alle Torri Gemelle) quegli errori vennero evitati.
Ora Benedetto XVI vuole ricordare quel gesto del suo predecessore con una nuova convocazione, che si terrà in ottobre. Ecco le sue parole:
Cari fratelli e sorelle, nel Messaggio per l’odierna Giornata della Pace ho avuto modo di sottolineare come le grandi religioni possano costituire un importante fattore di unità e di pace per la famiglia umana, ed ho ricordato, a tale proposito, che in questo anno 2011 ricorrerà il 25° anniversario della Giornata Mondiale di Preghiera per la Pace che il Venerabile Giovanni Paolo II convocò ad Assisi nel 1986. Per questo, nel prossimo mese di ottobre, mi recherò pellegrino nella città di san Francesco, invitando ad unirsi a questo cammino i fratelli cristiani delle diverse confessioni, gli esponenti delle tradizioni religiose del mondo e, idealmente, tutti gli uomini di buona volontà, allo scopo di fare memoria di quel gesto storico voluto dal mio Predecessore e di rinnovare solennemente l’impegno dei credenti di ogni religione a vivere la propria fede religiosa come servizio per la causa della pace. Chi è in cammino verso Dio non può non trasmettere pace, chi costruisce pace non può non avvicinarsi a Dio. Vi invito ad accompagnare sin d’ora con la vostra preghiera questa iniziativa.