SarĂ reso pubblico nei prossimi giorni il decreto con cui Benedetto XVI ha deciso di cancellare la scomunica comminata ai quattro nuovi vescovi ordinati da monsignor Lefebvre nel 1988. Allora, oltre ai quattro (Bernard Fellay, Alfonso de Gallareta, Tissier de Mallerais e Richard Williamson) erano stati scomunicati lo stesso Lefebvre e il vescovo brasiliano De Castro Mayer che aveva partecipato alla cerimonia.
In quella occasione, dopo essere stato sul punto di accordarsi con la Santa Sede (e dopo aver trattato con l’allora cardinale Ratzinger e aver sottoscritto un protocollo d’intesa), monsignor Lefebvre decise d’improvviso la rottura e consacrando vescovi quattro suoi giovani preti compì un atto scismatico, da lui giustificato con la necessità di far sopravvivere la sua Fraternità San Pio X. Ora, con un gesto davvero magnanimo, accogliendo la richiesta formulata da Fellay, Benedetto XVI ha deciso di togliere la scomunica. Scomunica che, va precisato, ha sempre e solo riguardato i vescovi consacranti (Lefebvre e De Castro Mayer, entrambi scomparsi da tempo) e i quattro consacrati, mai i sacerdoti lefebvriani né tantomeno i fedeli. Questo è l’articolo che pubblico sul Giornale.
I lefebvriani sono i membri della Fraternità Sacerdotale San Pio X (FSSPX), una comunità cattolica fondata nel 1970 dal vescovo francese Marcel Lefebvre. Nata come reazione al Concilio Vaticano II, la Fraternità si distingue per la difesa della liturgia preconciliare e di una visione tradizionalista della dottrina cattolica. Per Roma, la sua esistenza è stata spesso fonte di tensioni: nel 1975 l’associazione fu dichiarata illegittima, e nel 1988 Lefebvre ordinò quattro vescovi senza l’approvazione del Papa, incorrendo nella scomunica. Nonostante ciò, la Fraternità non si è mai considerata fuori dalla Chiesa, rifiutando però molti orientamenti del cattolicesimo contemporaneo.
Oggi i lefebvriani contano centinaia di sacerdoti, seminaristi, religiosi e suore, con una presenza stabile in Europa, America e Africa. Gestiscono seminari, scuole e centri di culto, raccogliendo attorno a sé fedeli che preferiscono la messa in latino e un approccio rigoroso alla dottrina morale. Negli anni i papi hanno tentato di favorire un riavvicinamento, come quello menzionato, arrivando a riconoscere la validità delle loro confessioni e dei matrimoni celebrati dai sacerdoti della Fraternità . Tuttavia, le distanze dottrinali rimangono.
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