
Cari amici, ieri il quotidiano Libero ha ripreso una notizia pubblicata in un libro di due autori inglesi, Stephen Klimczuk e Gerald Warner di Craigenmaddie, intitolato Guida ai luoghi più segreti del mondo, che a sua volta ripropone una vecchia tesi presente nel romanzo dell’ex gesuita Malachi Martin WindsweptHouse («La casa spazzata dal vento»), pubblicato nel 1996 e mai tradotto in italiano. La tesi di Martin, secondo il quale nella Cappella Paolina in Vaticano sarebbe stato celebrato un rito satanico, era stata già ripresa e approfondita lo scorso maggio dal blog Fides et Forma di Francesco Colafemmina:
«Secondo il romanzo il 29 giugno del 1963 in Vaticano e per la precisione nella Cappella Paolina fu officiato un rito satanico cui parteciparono alti prelati, vescovi, clero semplice e laici. Stando a Martin si trattava di adempiere ad una profezia del satanismo moderno che annunciava l’avvio dell’era di Satana nel momento in cui un Papa avesse assunto il nome di Paolo. L’ultimo Papa Paolo fu Camillo Borghese, morto nel 1621. Il 21 giugno 1963 fu invece eletto papa il cardinal Montini che assunse il nome di Paolo VI. Martin quindi racconta che la notte fra il 28 e il 29 giugno del ‘63, a una settimana dall’elezione di Paolo VI, fu organizzato questo rituale satanico in Vaticano, con lo scopo di intronizzare Satana nel cuore della Cristianità».
«I satanisti – scrive ancora Colafemmina – non potevano però organizzare un rituale completo: come avrebbero potuto portare la vittima e l’animale sacrificale nel Palazzo Apostolico? Decisero pertanto di combinare due riti da officiare contemporaneamente. Uno incruento in Vaticano, nella Cappella Paolina ed un altro, cruento, da officiare negli USA. I riti sarebbero avvenuti contemporaneamente e li si sarebbe sincronizzati attraverso un telefono. Chi officiò in Vaticano? Martin non lo dice. Parla solo di Prelati, sacerdoti e laici. Quanto al rito parallelo è più chiaro e racconta che avvenne in una chiesa parrocchiale del South Carolina e ad officiarlo fu un tal “Bishop Leo”. Un nome così non dev’essere casuale. Ed infatti nell’unica diocesi del South Carolina troviamo nel 1964 il vescovo Ernst Leo Unterkoefler». Fine della citazione.
Secondo quanto si legge nel romanzo di Martin, il rituale sarebbe stato compiuto in South Carolina attraverso la violenza sessuale ai danni di una bambina, prima narcotizzata e poi abusata. Nella Cappella Paolina sarebbe stato invece officiato il rituale principale incruento, concluso dalla lettura di una sorta di «consacrazione» a Satana del Vaticano. Martin, che fu segretario del cardinale Bea, avrebbe da lui conosciuto il contenuto del Terzo segreto di Fatima e nel romanzo, pubblicato poco prima della sua morte e comunque prima dell’esplodere dello scandalo pedofilia, parla degli abusi sessuali compiuti da esponenti del clero sui minori.
All’origine del riemergere di questa oscura e francamente incredibile vicenda, che ha tutte le caratteristiche del peggiore Dan Brown, c’è un episodio recente: un rito celebrato nel giugno 2010 da Benedetto XVI al termine dei restauri della stessa Cappella Paolina, che, secondo quanto scritto già lo scorso maggio da Colafemmina, sarebbe stata riconsacrata dal Papa proprio a motivo del rito satanico che vi sarebbe stato celebrato. Paolo VI nel 1972 (e dunque nove anni dopo quel presunto rito perverso) parlò del «fumo di Satana» entrato nel tempio di Dio, ed è vero che un accenno del genere è stato fatto anche dall’esorcista padre Gabriele Amorth (anche se quest’ultimo al sottoscritto ha detto che le sue parole al riguardo sono state troppo enfatizzate).
Che cosa è accaduto? Possiamo davvero immaginare che nella Cappella Paolina all’inizio del regno di Paolo VI alti prelati abbiano commesso il turpe sacrilegio descritto da Malachi Martin? La prova provata dell’avvenimento oscuro e sacrilego sarebbe la riconsacrazione officiata da Papa Ratzinger. Dopo l’uscita della ricostruzione di Colafemmina lo scorso maggio, avevo cercato conferme nell’entourage papale e avevo ricevuto, invece, soltanto puntuali smentite.
In queste ore mi trovo in Vaticano, e ieri ho avuto un colloquio con una persona vicina al Papa la quale mi ha nuovamente smentito che Benedetto XVI abbia riconsacrato la Cappella Paolina. C’è stata sì, mi è stato detto, una funzione per la ripresa della celebrazione del culto dopo i restauri e la realizzazione di un nuovo altare, ma non una nuova consacrazione. Ho fatto personalmente domande esplicite al riguardo e questa è stata la risposta, che vi riferisco. Certo, mi sarei aspettato una smentita secca anche da parte della Sala Stampa al riguardo, proprio a motivo dell’enormità di quanto rilanciato da Libero e della circolazione che la notizia ha avuto.
C’è comunque un altro motivo che mi fa dubitare della fondatezza dell’episodio descritto da Martin nella sua ricostruzione romanzata. Perché mai Paolo VI – che credeva, eccome, all’esistenza di Satana – non ha riconsacrato subito la Cappella Paolina non appena venne a conoscenza del presunto rito satanico? Perché avrebbe atteso, lasciando scritto al successore ciò che era avvenuto? E perché non l’avrebbe fatto lungo i 27 anni di pontificato il suo secondo successore, Giovanni Paolo II, che pure aveva celebrato degli esorcismi in Vaticano e anch’egli parlerà più volte della presenza del diavolo? Insomma. la storia del rito satanico mi sembra abbia tutte le caratteristiche della fregnaccia…