Il primo gennaio del 2026 arriva la nuova rottamazione delle cartelle esattoriali, la rottamazione quinquies. Tante le novità per i contribuenti.
Arriva un’importante novità rispetto alla rottamazione quater. Nell’ultima definizione agevolata dei carichi affidati all’agente della riscossione, valida per debiti in essere fra il primo gennaio 2000 e il 30 giugno 2022, molti contribuenti erano stati esclusi dall’agevolazione.

A partire da gennaio 2026, parecchi di quei debitori ritenuti dalla normativa incompatibili con l’ultima misura di pace fiscale potranno invece aderire alla rottamazione delle cartelle esattoriali.
Il Governo Meloni ha deciso che anche i recidivi, ovvero i contribuenti decaduti dalle precedenti rottamazioni, potranno aderire alla nuova rottamazione. I recidivi sono appunto tutti coloro che in passato non hanno rispettato le scadenze di pagamento.
L’idea parte dall’onorevole Alberto Gusmeroli, promotore della cosiddetta rottamazione lunga. Durante un convegno tenutosi il 23 settembre presso il Palazzo di Giustizia di Roma, Gusmeroli ha lasciato intendere che nella prossima legge di bilancio 2026 la rottamazione potrebbe aprirsi anche ai contribuenti decaduti dalle precedenti edizioni.
Gusmeroli, in pratica, pensa che sia giusto opporsi all’introduzione di criteri restrittivi per l’accesso. Dal suo punto di vista una vera pace fiscale non dovrebbe mai escludere i recidivi. L’esclusione potrebbe infatti essere incostituzionale.
Cosa succederà alla rottamazione delle cartelle dal primo gennaio 2026
Nell’ultima rottamazione, i contribuenti hanno dovuto confrontarsi con la regola dell’esclusione dei recidivi: chi era decaduto da precedenti rottamazioni non poteva infatti aderire alla misura. Inoltre, non c’era alcuna possibilità di rientrare se si saltava una rata. La decadenza era automatica e definitiva.

L’impressione è che la rottamazione quinquies, prevista per gennaio 2026, possa puntare a superare proprio questi limiti, offrendo maggiore flessibilità a chi è alle prese con delle cartelle esattoriali e includendo nella pace fiscale anche i contribuenti recidivi.
Il Governo potrebbe anche introdurre la dilazione lunga. Si potrebbe quindi pensare di istituzionalizzare la rateizzazione fino a 120 rate mensili, cioè a dieci anni.
Secondo i dati dell’Agenzia delle Entrate aggiornati al 31 gennaio 2025 il valore residuo dei carichi affidati dal 2000 al 2024 ammonta a circa 1.272 miliardi di euro. Ci sono 290 milioni di crediti ancora da riscuotere e poi 173 milioni suddivisi in avvisi di addebito, cartelle esattoriali e accertamenti esecutivi.
Secondo l’AdE, nel 2026 più di 21 milioni di contribuenti dovranno affrontare delle cartelle esattoriali, vecchie o nuove. Matteo Salvini della Lega continua a difendere la misura ribadendo che non si tratta di un condono ma di una mano tesa a chi si è trovato in difficoltà. Per l’opposizione il rischio è che la nuova rottamazione diventi una misura che agevola l’evasione.
Dal primo gennaio 2026 i contribuenti potranno iniziare a presentare domanda di adesione alla nuova rottamazione, secondo i criteri che verranno definiti nel testo finale?