Casa popolare in maniera urgente: chi può averla subito e cosa bisogna fare/avere

Chi cerca una casa popolare è costretto a scontrarsi con un inferno di burocrazia, attese infinite e molta confusione.

Il problema dell’assegnazione degli alloggi pubblici nel nostro Paese è un problema atavico. Al di là della già citata questione burocratica, la casa popolare è un tema di continuo dibattito storico, culturale, urbanistico, giurisprudenziale e sociale.

Un vecchio palazzo popolare con balconi chiusi
Casa popolare in maniera urgente: chi può averla subito e cosa bisogna fare/avere – andreatornielli.it

Per capirci qualcosa dobbiamo tornare al Dopoguerra. L’Italia, tra città completamente distrutte, borghi spopolati e campagna abbandonate, sentiva la necessità di ripartire. La popolazione in crescita impose allo Stato un coraggioso intervento di pianificazione sociale. Nacquero così in quartieri popolari. Le case IACP, ovvero dell’Istituto Autonomo Case Popolari, poi trasformate in ERP, opere di Edilizia Residenziale Pubblica.

Si puntava a offrire un tetto dignitoso a chiunque non potesse permettersi una casa attraverso mercato privato. Fin da subito fu chiaro che costruire non era poi così complicato… Il vero problema era decidere chi ci doveva entrare nelle case popolari, vendute e affittate a basso prezzo, o addirittura assegnate gratis.

Da anni lo Stato ha smesso di investire nell’edilizia popolare. In realtà, le case già ci sono… Sono innumerevoli gli appartamenti pubblici sfitti. Eppure tantissime famiglie non riescono a procurarsi una casa popolare.

Il sistema di assegnazione è formalmente regolato da leggi regionali e comunali. Ogni Comune, dunque, pubblica un bando pubblico per l’assegnazione degli alloggi ERP. Sulla carta, per partecipare, bisogna rispettare alcuni requisiti uniformi su tutto il territorio nazionale…

Il soggetto che punta alla casa popolare deve essere residente nel Comune dov’è ubicato l’alloggio da un certo numero di anni (almeno due, tre, cinque, dieci, a seconda del regolamento locale…). Ci sono poi i requisiti economici: bisogna avere un ISEE basso e non bisogna possedere altri immobili. Un’altra regola comune riguarda lo storico come inquilini: il richiedente non deve aver avuto precedenti sfratti per morosità.

Come fare domanda per la casa popolare

Il più delle volte, si compila una domanda online, via PEC, o cartacea allo sportello durante il periodo del bando, cui si allegano tutti i documenti richiesti. Cioè l’ISEE aggiornato, i certificati di residenza, lo stato di famiglia e le attestazioni di eventuali invalidità.

Balconi di un palazzo popolare
Come fare domanda per la casa popolare – andreatornielli.it

A quel punto si viene inseriti in una graduatoria, dove il punteggio dipende da fattori che possono mutare da Comune in Comune. In genere si guarda principalmente al reddito, poi al numero dei figli, alla presenza di disabilità e alle condizioni abitative contingenti. Se una famiglia non ha una casa e vive per strada, in teoria, dovrebbe avere la priorità su tutte le altre. Ma il più delle volte non è così.

Il sistema, pur sembrando teoricamente equo, non funziona. Questo perché la domanda supera abbondantemente l’offerta. Per ogni casa popolare disponibile ci sono cento, mille richiedenti. Inoltre, molti edifici ERP sono oggi inagibili. E laddove gli edifici sono abitabili, le graduatorie si muovono con eccessiva lentezza. O, peggio ancora, in totale opacità.

Le liste, bloccate per anni, si animano all’improvviso e una famiglia bassa in graduatoria scavalca chi avrebbe più urgenza e diritto di entrare nella casa popolare. Molti Comuni non aggiornano i punteggi. E sono evidenti le ingiustizie. Ed ecco perché nascono associazioni che si muovono quasi nell’illegalità, occupando gli alloggi vuoti.

I tempi d’attesa nel 2025

Questi problemi generano da sempre grandi tensioni sociali e nuovi conflitti tra italiani e stranieri. Ovviamente, la normativa non può prevedere discriminazione etnica fra gli assegnatari. Ciononostante, una certa percezione politica vuol far credere che gli stranieri scavalchino gli italiani.

Una gru di costruzione
I tempi d’attesa nel 2025 – andreatornielli.it

Tra i requisiti importanti ci sono lo stato di salute, l’anzianità di residenza o di lavoro nel Comune e poi le categorie protette. Forze dell’ordine, disabili e famiglie monoparentali dovrebbero avere la priorità. Dopo la valutazione, il Comune dovrebbe pubblicare una graduatoria provvisoria, che diventa definitiva dopo un mesetto.

Dal punto di vista burocratico i tempi medi di assegnazione dovrebbero essere sempre sotto i due anni. Per l’istruttoria bisogna aspettare 180 giorni dalla chiusura del bando. Altri 180 giorni servono per far procedere la graduatoria provvisoria. Dopo gli eventuali ricorsi arriva poi la graduatoria definitiva, che resta valida per un biennio.

Senza intoppi e irregolarità l’iter dovrebbe durare sei mesi. Poi esistono anche delle procedure accelerate per chi vive situazioni estreme (come uno sfratto esecutivo, un grave disagio economico, invalidità o problemi di salute). In tutti questi casi, il Comune può riservare delle quote speciali o attivare bandi straordinari.

 

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